Mangiasmog: quando la pubblicità combatte l'inquinamento

15 Marzo 2017
|| Categoria: Design
La campagna pubblicitaria promossa da Urban Vision con l'impiego del tessuto The Breath La campagna pubblicitaria promossa da Urban Vision con l'impiego del tessuto The Breath Urban Vision

E se anche la pubblicità fosse uno strumento per combattere l’inquinamento?

A questa domanda poco retorica e molto concreta hanno dato risposta due imprenditori nostrani, Giammarco Cammi e Gianluca Barabino, due giovani menti che hanno sviluppato un particolare tessuto per i manifesti stradali, capace di attrarre le particelle inquinanti presenti nell’atmosfera.

I primi 6x3 che, oltre a reclamizzare un prodotto, si occupano anche di ripulire l’aria che respiriamo, sono già stati avvistati a Roma e Milano. E si sono guadagnati l’epiteto di cartelloni “mangiasmog”.

Ma andiamo con ordine.

Cammi e Barabino rappresentano l’anima di Anemotech, una start-up lombarda, parte del gruppo Ecoprogram, noto colosso nell’ambito della logistica, che gestisce, tra le altre cose, anche lo stadio di San Siro. Ebbene, la start-up, che fa della sperimentazione e della ricerca uno dei propri cavalli di battaglia, recentemente ha dato vita a “The Breath”, che sarebbe, come spiega Gianluca Barabino: «Un mix composto da strati esterni, in tessuto tridimensionale idrorepellente con proprietà antisettiche, e da uno strato intermedio in fibra a carboni attivi, unita da nanotecnologie, in grado di ridurre le particelle inquinanti presenti in ambienti sia aperti sia chiusi». Il tessuto The Breath permette di fatto una diminuzione fino al 40% di polveri sottili, idrocarburi, fumi di cucine e resti di stampanti e fotocopiatrici: ossia tutti quei residui che le teste d’uovo chiamano COV, cioè ossidi di azoto o anidride carbonica.

Semplice e funzionale, questo tessuto hi-tech, che è stato premiato a Ecomondo 2016 e ha ottenuto il benestare di Legambiente, in virtù della sua natura materica, può essere collocato tranquillamente all’interno di spazi abitativi, magari come un quadro o una tenda, ma soprattutto può essere impiegato all’esterno. Ed era proprio qui, da incuriositi operatori della comunicazione, che volevamo arrivare. Deformazione professionale e reale interesse verso l’innovazione in senso green.

Un tessuto come The Breath, collocato all’esterno come installazione su ponteggi, cantieri di restauro o lavori per la riqualificazione urbana, è in grado di offrire numerose possibilità creative per il pubblicista, oltre a svolgere l’importante funzione ecologica di cui sopra, sfruttando il naturale ricircolo dell’aria per assorbire, trattenere e disgregare le molecole inquinanti che ammorbano le nostre città. Non a caso le maxi affissioni viste a Roma e Milano sono opera di Urban Vision, azienda leader nel restauro sponsorizzato, che ha presentato la partnership con Anemotech proprio per la distribuzione e l’utilizzo di The Breath nelle aree urbane. A quanto pare, abbiamo a che fare con un veicolo commerciale dal potenziale notevole, del resto già diverse multinazionali hanno abbracciato l’idea di esporre maxi messaggi pubblicitari in questa modalità nelle più grandi piazze italiane e straniere, o meglio in quegli spazi in cui gli alti livelli di traffico giornaliero hanno comportato un sensibile aumento delle polveri sottili.

I dati provenienti dalle esperienze di Roma e Milano sembrano incoraggianti. È stata l’Università Politecnica delle Marche a condurre le analisi sull’impatto di The Breath sui complessivi 31.400 mq di spazi out of home di Urban Vision: si parla dell’annullamento degli effetti delle emissioni di CO2 prodotto dalla circolazione 13.092.700 vetture in un anno. Chiaramente è impossibile pensare adesso che sia possibile risolvere in un solo colpo il problema dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città, ma, in ogni caso, i cartelloni “mangiasmog” possono costituire un valido aiuto nell’ottica di un sistema di prevenzione ragionato. Dopo tutto, lo stesso Umberto Veronesi, uno che di prevenzione se ne intendeva, a suo tempo aveva già valutato positivamente le caratteristiche di The Breath, tanto che fu il promotore dell’introduzione di questa tecnologia presso l’Istituto Europeo di Oncologia a Milano.

E allora: con la speranza di sensibilizzare clienti e lettori sull’importanza di un’equa (giusta, pertinente ed etica) comunicazione green, noi di Zero ci auguriamo di vedere al più presto un bel cartellone “mangiasmog” anche dalle nostre parti.  

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