Italiani e Social Media: un paese di relazioni digitali

06 Aprile 2017
|| Categoria: Digital

Puntuale come un orologio svizzero, arriva sugli schermi dei nostri laptop anche quest’altra dettagliatissima indagine targata Blogmeter: Italiani e Social Media. Che è un report interessantissimo (almeno per noi) sull’uso che facciamo dei social noi abitanti del Bel Paese. 

Per chi non lo conoscesse, Blogmeter è un gruppo di analisti e ricercatori che fornisce soluzioni di social media monitoring, analytics e management ad agenzie ed aziende; tra l’altro, nel corso degli ultimi anni ha messo a disposizione degli addetti ai lavori una serie di report analitici sulle dinamiche che hanno interessato e che interessano il mondo dei media e della comunicazione.

LE DOMANDE ALLA BASE DEL REPORT

Provando a dare un’occhiata ai dati: è bene chiarire che non si tratta solamente di numeri, in quanto l’analisi ci ha rivelato anche una serie di risposte a quesiti di carattere più specificatamente comportamentale. Tipo:

  • In che modo le relazioni sui social influenzano le relazioni personali?
  • Sono i social a dettare i tempi per gli acquisti?
  • Che ruolo gioca il sovraccarico di informazioni sulle persone?

Come era facile prevedere, Facebook continua ad essere il social network prediletto di noi italiani per qualsiasi tipo di utilizzo, anche se preferiamo ancora affidarci ai giornali e al tubo catodico (permetteteci questo termine un po’ vintage!) per andare alla ricerca di informazioni attendibili. La ricerca parla di social di cittadinanza e social funzionali: naturalmente Facebook appartiene alla prima tipologia, quale social che utilizziamo tutto il giorno e che contribuisce a delineare la nostra identità digitale. L’84% degli intervistati ha affermato di aprire il social di “Marchino” Zuckerberg più volte al giorno, insieme a Youtube, Whatsapp e Instagram, anche questi da considerare social di cittadinanza.

I social funzionali includono invece quelle reti usate saltuariamente dagli utenti, in momenti specifici, magari per venire incontro a determinate necessità: stiamo parlando di LinkedIn, Twitter e Google Plus, le cui stime di utilizzo si aggirano rispettivamente al 35%, 31% e 40% sul campione degli intervistati. Ed è naturale che conoscere questa duplice natura dei social diventa essenziale per le aziende (a cominciare da quelle che si affidano alla consulenza di Zero…), che saranno chiamate ad adottare una strategia diversa per ogni canale che si accingeranno a presidiare, ricordando che per alcune di loro sarà utile presentarsi agli users come accompagnatori nelle loro attività di tutti i giorni, mentre per altri occorrerà fornire risposte puntuali a quei bisogni specifici di cui sopra, intrattenendo con i potenziali customers una conversazione efficace ed adeguata.

NESSUN SOCIAL È PER SEMPRE

Andando avanti nell’analisi del report: quali sono i social da cui ci lasciamo sedurre e poi decidiamo di abbandonare? Le cifre di Blogmeter ci dicono che Tinder è in cima alla lista, seguono Snapchat, Pinterest e Twitter. Gli italiani quindi non si fanno problemi a lasciare un social dopo aver compilato i campi per la registrazione: per Tinder, il social degli appuntamenti mordi e fuggi, su 10 utenti registrati, 3,5 hanno affermato di aver annullato l’iscrizione dopo un breve periodo di utilizzo. E al crescere dell’età diminuisce il numero di social a cui ci si iscrive: la fascia tra i 18-34 anni vanta un portafoglio di più di 7 canali social e di messaggistica; chi ha scavallato i 45 scende a tre canali. Tra i 15 e i 17 anni, l’utilizzo di Instagram e Youtube supera di gran lunga quello di ogni altro social, poi al col passare degli anni subentra Facebook per le persone comprese nella fascia d’età 18-24 anni, insieme alla vecchia cara TV che – come si diceva sopra – fa compagnia all’italiano che ha superato lo scoglio dei 35 anni.

I SOCIAL COME IL CALCETTO…

Gironzoliamo sui social generalmente per curiosità ed interesse, con il 21% degli intervistati che ha fornito questa motivazione; il 17% sfrutta questi canali per intrecciare nuovi rapporti personali, il 14% per svago o piacere; solo il 4% comunque reputa che sia indispensabile avere una presenza online. Facebook lo usiamo praticamente per qualsiasi cosa, TripAdvisor, social in crescita, al top per la lettura delle recensioni, Youtube per la ricerca di informazioni, Instagram per restare al passo di brand e personaggi famosi. E anche se su Facebook trascorriamo la maggior parte del tempo, i media tradizionali continuano a essere gettonati, soprattutto per la loro credibilità, almeno così affermano gli utenti del www, che attribuiscono uno scarso punteggio sulla scala dell’affidabilità a Facebook, Youtube e a blog di vario tipo. Per le compere, i siti più cliccati sono sempre Amazon e Ebay, così come il già citato TripAdvisor, quando c’è bisogno di informarsi prima della scelta dell’hotel o di un bel posticino dove mangiare.

INFLUENCER A CHI?

Un capitolo a parte è destinato agli influencer, la cui funzione è ormai fondamentale nell’indirizzare comportamenti e abitudini del popolo del web: nella terra del dominio .it le personalità più seguite corrispondono a cantanti (Gianni Morandi ha fatto scuola) e giornalisti (vedi il buon Enrico Mentana), poi seguono i musicisti, gli sportivi e le star della TV, con Belen, Vasco Rossi, Gigi Buffon, Alessandro Del Piero e Valentino Rossi che rappresentano i profili più “followerizzati”. Anche in questo caso il fattore età influisce sul numero degli influencer seguiti, con i giovani che diventano follower di numerosi personaggi appartenenti a categorie tra loro ben differenti; gli anziani prediligono al contrario una maggiore selezione. E ancora una volta alle aziende l’arduo compito di comprendere al meglio a quale tipologia di influencer rivolgersi per orientare il proprio target.

Insomma, di dati e info ne abbiamo sciorinati a sufficienza: adesso è il momento di farne tesoro quando sarà il momento di costruire le prossime strategie digitali. Noi qualche idea ce l’abbiamo: se vi va, possiamo condividerla con voi…

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