In questi giorni Netflix ha reso pubblici i dati relativi agli introiti registrati nel terzo trimestre del 2016: la società ha toccato 2,15 miliardi di dollari di fatturato, facendo un bel salto in avanti di circa il 36% rispetto allo scorso anno.
Tra l’altro, sono 3,6 milioni gli utenti che quest’anno si sono iscritti alla piattaforma, superando facilmente i 2,3 milioni del 2015. In una comunicazione per gli investitori, i vertici di Netflix hanno affermato che un tale ed inaspettato gain in termini di risultati sia da imputare al successo raggiunto con il lancio di contenuti originali, come la serie Stranger Things e la seconda stagione di Narcos.
In effetti, come hanno già correttamente osservato i responsabili di Spotify, il lancio di contenuti originali richiede un maggiore stanziamento di denaro in anticipo, ma l’investimento sembra essere ben ripagato nel corso del tempo, in virtù anche dei profitti derivanti dalla vendita dei diritti di trasmissione dei contenuti medesimi.
Netflix era già stato uno dei titoli più performanti del 2015, alimentato in gran parte dalla crescita vertiginosa del numero dei suoi abbonati. Tuttavia lo slancio sembra comunque essersi concluso proprio con la fine di questo terzo trimestre del 2016. La società aveva infatti previsto che il numero di abbonati sarebbe potuto crescere di circa 2,5 milioni di unità, ma stando ai guadagni netti del secondo trimestre, il numero dei nuovi abbonati si è fermato a 1,7 milioni. Inoltre proprio negli Stati Uniti, dove risiede il 58% degli iscritti alla piattaforma, la crescita è stata particolarmente debole. Nella stessa comunicazione agli investitori, l’azienda di Scotts Valley (California) ha dichiarato: "Siamo in crescita, ma non così rapidamente come vorremmo o come lo siamo stati precedentemente".
Il mancato raggiungimento dell’auspicata crescita degli abbonati è da correlare al tasso di abbandono degli iscritti più anziani che iniziano a lasciare il servizio per svariati motivi. Per combattere la saturazione di abbonati nel proprio mercato interno, quello americano, Netflix ha iniziato ad aggredire nuovi territori. La società ha infatti annunciato l'espansione in 130 nuovi paesi, un mercato che rappresenta centinaia di milioni di clienti che, effettivamente fino a poco tempo fa, non avevano la possibilità di potersi abbonare alla piattaforma. Certo, questa strategia potrà essere utile nel sostenere la crescita del bacino degli abbonati, ma di certo non potrà costituire la base su cui fondare il risanamento del bilancio societario.
Al momento dell’annuncio della volontà di espansione globale, Netflix ha lasciato intendere che fosse realmente interessata ad esportare il servizio in territorio cinese, che costituisce il più grande mercato al mondo di consumatori connessi ad internet. Tuttavia questa volontà è rimasta sulla carta, almeno per il momento, dato che come hanno affermato i vertici: “il contesto normativo per i servizi che offrono contenuti digitali stranieri in Cina, è diventato alquanto complesso. Piuttosto, nel breve termine invece di provare ad impiantare ex novo la nostra piattaforma, offriremo la licenza per la diffusione di determinati contenuti ai fornitori di servizi on-line già esistenti in terra cinese."
Allo stato attuale, Netflix è tradotto in 22 lingue, un po’ meno della metà delle lingue in cui è disponibile YouTube. Per tale ragione lo stesso CEO di Netflix, Reed Hastings, ha sottolineato che essendo il servizio ora attivo in 130 nuovi paesi, renderlo fruibile nella lingua madre di quei paesi, potrebbe dare il via ad una seconda ondata di abbonamenti presso quei nuovi mercati.
Stiamo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi rimanendo in attesa del lancio dei nuovi contenuti originali di cui l’azienda ha già dato notizia, che potrebbero far cambiare nuovamente il destino finanziario del colosso della tv online.